“Ci prendiamo in carico la persona, non solo la sua macchina”. Il carrozziere Emanuele Nava, figlio e nipote d’arte, sa bene che “quando il cliente entra già è irritato, se poi deve giostrarsi tra CID e franchigie e polizze vendute insieme all’auto…”. Non occorre che completi la frase. Siamo andati a conoscere il titolare di Carrozzeria Oggionese nella sede di Via Lecco a Oggiono (Lc).
Carrozzeria storica, sede nuova?
La struttura dove nonno Ambrogio l’ha avviata nel marzo 1952 era in centro paese, grande ma nascosta. Nel 2018 mi sono trasferito in Via Lecco e ho triplicato l’attività. A parte il lavaggio auto proprio davanti, mi si vede. Ho acquistato un frazionamento di 450 metri quadrati, oltre ai piazzali, di una ex cereria e installato tutte attrezzature nuove: forni, ponti, pannelli solari…
Lavoriamo in sei, l’organico è completo, dopo anni di alti e bassi ho trovato dei bravi ragazzi.
Leggo che offrite anche il restauro…
Sì e non è un lavoro che si fa a tempo perso. Certo non posso prendere dieci macchine in contemporanea, perché restaurare vuol dire smembrare e seminare pezzi ovunque, e poi l’ultimo intervento ha richiesto 250 ore. Adesso ho qui una Z3, una R4 e una Bertone X1/9. Per fortuna uno dei miei dipendenti è uno specialista: mi aveva colpito che si fosse smontato una Supra da solo.
La carrozzeria tradizionale resta l’attività principale, comprese le lucidature che sono all’ordine del giorno. Per il ripristino dei danni da grandine ho due tecnici levabolli che hanno imparato qui, nel 2020 ho dato a entrambi 6-7 mesi di lavoro continuo, quando li chiamo vengono volentieri.
La meccanica? Se il cliente chiede la revisione o il tagliando so a chi appoggiarmi, io voglio fare una cosa e farla bene.
Com’è il giro di lavoro?
Siamo sui 12-15 ingressi a settimana, multimarca, dal Mercedes alla Polo, per lo più vetture molto recenti, e veicoli commerciali fino ai 35 quintali. Ibrido ed elettrico se ne vedono, ho un ponte dedicato e abbiamo fatto i corsi, ma una volta disarmata la batteria anche l’elettrica è una macchina come le altre.
Mi piacerebbe riparare e basta, invece è una lotta: la perizia, la polizza, la privacy… Lavoro tanto con e per le assicurazioni e seguirle è un grosso impegno, a volte sto più tempo in ufficio che in carrozzeria.
Lavora anche con le compagnie di noleggio?
No, quello è un terreno minato: costi discutibili, obblighi sui ricambi, e dovresti avere un piazzale enorme.
A proposito di ricambi…
Se il cliente paga di tasca propria cerca di spendere meno possibile e, in quei casi, si tende a usare il ricambio di concorrenza. L’originale però è più preciso, lavori più sereno e vai più veloce. Prenda un paraurti Fiat: anziché 300 euro ne pago 80 con l’alternativo? Sì ma c’è da piangere, mi tiro la zappa sui piedi.
Comprando originale funziona meglio anche l’ufficio: con la telefonata non si va più da nessuna parte, ormai si fa tutto a computer, chiediamo preventivi, mandiamo foto, riceviamo spaccati (a volte ordini un pezzo e te ne servono altri venti!), e abbiamo pure un rimborso economico.
Parla di DOC Cashback?
Esattamente, il rimborso economico è sempre l’incentivo migliore. Se vincessi un viaggio non avrei il tempo di farlo.
È contento del servizio DOC?
Quando mi hanno proposto il servizio ho pensato che fosse un sistema intelligente, sono diventato cliente subito. Due consegne al giorno, gratuite, di che cosa dovrei lamentarmi?
Alcuni pezzi andrebbero trattati con più cura, ma l’uomo è uomo e nel carico e scarico ci sta che qualcosa possa danneggiarsi: parli con il concessionario e mandi indietro.
Il mio problema è lo smaltimento, un partner aiuterebbe. Per le plastiche – e per una macchina incidentata c’è un metro cubo di plastica da smaltire – c’è da mettersi le mani nei capelli. Per non parlare delle vernici: le latte vanno recuperate e analizzate ogni anno anche se sono le stesse dell’anno prima. Sì, un partner del settore aiuterebbe.
Dopo nonno Ambrogio e papà Pietro, lei rappresenta la terza generazione Nava alla guida di Carrozzeria Oggionese. È sereno sul futuro?
Il lavoro c’è, sono sereno, a parte un calo un paio di mesi fa che a quanto pare non è stato solo mio, oggi sto lavorando di più. Ad agosto ‘finisce il mondo’, la gente vuole partire per le vacanze con la macchina a posto.
È nei periodi di grande crisi, dove si tagliano le spese cosiddette superflue, che trascuri la carrozzeria: se ti mancano i soldi circoli con la macchina strusciata o con i bolli.
Sicuramente dal Covid in poi i costi – energia, dipendenti, ricambi, materiali, vernici… – sono aumentati, ma io ogni anno investo in un’attrezzatura nuova.