Futuri meccanici crescono: DOC al C.F.P. dei Padri Somaschi
Futuri meccanici crescono: DOC al C.F.P. dei Padri Somaschi

Futuri meccanici crescono: DOC al C.F.P. dei Padri Somaschi

31/05/2021

Riccardo: Farò anche il quarto anno per prendere il diploma da tecnico e poi andrò a lavorare. All’inizio vorrei fare un’esperienza di cinque, sei anni in un’officina e poi aprirne una mia, magari con qualche compagno con cui vado d’accordo.
Matteo: Io sono della Val d’Intelvi, ci metto meno ad andare in Svizzera che ad arrivare a Como. E poi credo che là, se mi prenderanno da qualche parte, avrò uno stipendio migliore che in Italia. Il mio primo obiettivo comunque è imparare a lavorare.
Sansone: Un mestiere devi sceglierlo, ma se non ti piace non vai avanti tanto. Io già avevo in mente di fare il meccanico perché mi piacevano le macchine, sono proprio belle alcune, volevo provare a lavorarci sopra e mi sono trovato bene.
Alessio: Ho scelto questa scuola perché ho la passione per i motori fin da quando ero piccolo. Me l’ha trasmessa un amico di mio padre che fa il carrozziere. Quando uscirò di qui, tra un anno, penso che negli stage avrò imparato cose che non sapevo.
Yussef: Qui ci insegnano anche a tenere pulita la nostra postazione, con i professori sembra già di stare in azienda. Quando ci andremo saremo preparati: comportamento giusto, ordinato, e se non c’è niente da fare pulire.
Evan: Per cominciare andrò sotto padrone, prima di aprirti un’officina devi avere un po’ di esperienza in tasca. Io vorrei lavorare nel motorsport, più auto che moto. Sono qui per quello.
Daniel: Ho scelto questa scuola perché è un lavoro molto vario, dove non si smette mai di imparare. Anche a 60-65 anni, quando si punta alla pensione, puoi ancora fare corsi di aggiornamento.

Pensieri sparsi, che strappano anche un sorriso, raccolti presso il Centro di Formazione Professionale Padri Somaschi di Como. L’occasione è la consegna delle tute da lavoro firmate DOC, donate dal consorzio a tutti gli studenti di terza indirizzo meccanica. Ecco le testimonianze raccolte durante una cerimonia dove i discorsi ufficiali hanno lasciato il posto alle dichiarazioni spontanee.

Massimo Ferretto, direttore didattico C.F.P.
Oltre il dono della tuta, un’opportunità chiamata lavoro…

Già oggi diversi concessionari DOC ci ‘chiedono’ i nostri ragazzi, che dopo tre anni ottengono la qualifica di operatore e alla fine del quarto, facoltativo, il diploma di tecnico. L’anno prossimo, con due prime indirizzo meccanica, avremo 48 studenti ai nastri di partenza, studenti che durante il percorso scolastico potranno entrare in officina come stagisti e al termine con una nuova tipologia di contratto di apprendistato. Regione Lombardia offre delle opportunità, una in particolare che si chiama Garanzia Giovani e permette ai ragazzi che hanno ottenuto un diploma o una qualifica di proseguire tutelati nell’ambito formativo e remunerati in quello aziendale.
In questa scuola abbiamo adottato un metodo condiviso con tutti i docenti affinché i nostri ragazzi entrino nel mondo del lavoro non solo preparati ma anche con le competenze cosiddette trasversali, le soft skills. Perché si può essere un bravo tecnico, ma senza quelle competenze si dura poco in azienda.

Lorena Vittani, concessionario e consigliere DOC
Oggi studenti, domani stagisti?
Sicuramente, e ci preme anche la loro formazione umana. In questo Centro si insegna a lavorare, è importante che si insegni a vivere, perché quando entrano nelle nostre aziende si interfacciano con un mondo produttivo che non è esattamente allineato con quello scolastico. Serve una formazione mirata: sulle nuove tecnologie, sulle nuove attrezzature, sui nuovi metodi di lavoro. Casa madre dà degli input formativi specifici per determinati prodotti, ma anche se ognuna imposta un proprio percorso, i processi sono molto simili. Abbiamo bisogno – noi come concessionari e il mondo del lavoro in generale – di ragazzi con la mente aperta a tutte le sfide, duttili, portati al cambiamento, pronti a mettersi in gioco e a non dare nulla per scontato.
Come li ho visti con le tute DOC addosso? Belli, ordinati, e tutti sorridenti.

Marco Peduzzi, concessionario e consigliere DOC
Il marchio DOC come garanzia?

DOC è un valore aggiunto in generale e per la scuola in particolare, che può proporre un percorso di formazione con uno sbocco sicuro. Mettiamoci nei panni delle famiglie di ragazzini di 13-14 anni alle prese con la scelta delle superiori, del loro futuro professionale. Qui si parla di un percorso concreto per un mestiere concreto, che sarà un posto di lavoro in una concessionaria o in un’officina. Per i genitori, sapere che i loro figli non frequenteranno il Centro di Formazione dei Padri Somaschi ‘tanto per’ ma conoscendo il punto di arrivo, è una tranquillità, è una garanzia.
Come concessionari DOC puntiamo moltissimo su questa tipologia di scuola e, glielo dico da vecchio studente affezionato, che si è formato nell’ambiente dei Padri Somaschi, con il C.F.P. di Via Acquanera abbiamo avviato una partnership che darà molta soddisfazione sia ai ragazzi e alle loro famiglie, sia al nostro consorzio. Vedere gli studenti del terzo anno che indossavano orgogliosi la tuta DOC ha inorgoglito anche me.

Lorenzo Cogliati, presidente DOC
Non una sponsorizzazione ma un investimento? 

La presenza del consorzio all’interno del percorso di formazione di quelli che saranno i nostri futuri tecnici non è né casuale né estemporanea. Nel nostro recente passato c’è la partnership con Enaip Lecco ed Enaip Morbegno e oggi avviamo quella con il Centro Professionale dei Padri Somaschi di Como. DOC vuole essere il riferimento per questi ragazzi e per l’intera filiera automotive. Consegnare, insieme ai colleghi del direttivo, le tute che gli studenti di terza hanno indossato subito e continueranno a indossare durante le lezioni nell’officina della scuola e negli stage nelle officine delle nostre concessionarie, è un gesto concreto. Quella di DOC non è una sponsorizzazione, è un investimento in formazione tecnica: più ne faranno al C.F.P. e meno ne avranno bisogno quando arriveranno nelle nostre aziende. Non stiamo facendo altro che andare alla fonte. Ragazzi preparati, mentalmente aperti, che sarebbero sprecati se venissero impiegati in un’unica mansione ripetitiva, è quello che ci chiede il mondo DOC: le concessionarie, gli autoriparatori clienti, e anche i partner.

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