“Lavori grossi non ne prendo più, preferisco quelli ‘rognosi’ ma meno pesanti”. Alle soglie dei 69 anni, in pensione da cinque, Pierangelo Ortalli dell’omonima autofficina di Valbrona (Co) è il meccanico convinto che “c’è sempre da imparare”.
Infatti l’abbiamo rivista a Service Day a Verona…
Vado sempre alle fiere di settore, Autopromotec per esempio, perché mi piace tenermi aggiornato. Al Service Day scorso mi aveva stupito che non ci fosse niente di diagnostica, quest’anno sì e mi ha fatto piacere. Non ho intenzione di impegnarmi in qualche acquisto perché ho preso da poco un nuovo tester e per le diagnosi sono a posto, però ho fatto un bel giro nell’area espositiva. Ho seguito anche un paio di seminari, interessante quello sul Servizio autentico con i rappresentanti delle Case, ma l’intervento che ho apprezzato di più è stato quello di Gerardo Altieri (Group Aftersales Director di DR Automobiles, nda), persona senza peli sulla lingua.
Ha ‘sfruttato’ il passaggio in pullman messo a disposizione da DOC?
Come l’anno scorso, ma questa volta sono stati pochi gli autoriparatori che hanno viaggiato in pullman. Invece, c’erano tanti studenti dell’Enaip. Se mi avessero chiesto qualcosa sulla professione avrei risposto volentieri, ma non mi conoscevano e ci siamo solo salutati.
Per chi non la conosce, che cosa ci racconta della sua Autoriparazioni Ortalli?
A 8 anni ero già nell’officina fondata da papà Romolo nel 1953 come ‘Ditta Ortalli’, nel tempo ho fatto anche altro, per esempio ho insegnato in un istituto tecnico. Poi mi sono buttato in officina a tempo pieno e sono ancora qui. Quando l’unico dipendente che avevo ha cambiato lavoro ho fatto un tentativo con un altro meccanico, non ha funzionato e sono rimasto da solo. Ma sa come si dice: meglio soli che male accompagnati.
Dice anche che “lavorare non basta…”.
È vero, bisogna divertirsi. Fino a che mi diverto vado avanti, quando mi peserà o non mi divertirò più andrò davvero in pensione.
Sono stato officina autorizzata Citroën fino al 2000-2001, poi hanno cominciato ad alzare gli obiettivi e ho lasciato. Faccio solo riparazioni meccaniche, tre-quattro a settimana. Entra il circolante, prevalentemente Stellantis, Renault, Volkswagen… e qualche cliente che guida Maserati o Ferrari. L’elettrico? Pochissimo, l’assistenza per ora è in mano alle concessionarie, e l’unica auto su cui ho messo le mani non aveva un problema elettrico.
Accetto i lavori che posso smaltire in qualche giorno, grossi non ne prendo più. Magari più rognosi ma non pesanti, c’è sempre da imparare.
Monta originale ogni volta che può?
Dipende molto dall’anzianità della macchina, se comincia ad avere un po’ di anni il cliente cerca di risparmiare. Io sono sempre dell’idea di montare l’originale, perché è più sicuro e non devi tribolare. Il mio cliente si fida di me, mi ascolta. Quando capita qualcuno con il ricambio che ha comprato chissà dove non la faccio tanto lunga: se è adatto lo monto e se è sbagliato no.
Perché i clienti la scelgono? E non mi dica che dovrei chiederlo a loro!
Stavo proprio per dirle questo. Probabilmente vengono per un complesso di cose, ma la prima è che hanno fiducia.
Del servizio DOC è sempre soddisfatto?
Sono con DOC da quando il servizio di consegna è arrivato anche qui, a Valbrona. Il fatto di non dovermi muovere dall’officina (anche considerando che sono solo), di poter lavorare con i ricambi originali senza andarli a prendere a destra e a manca, di avere una fatturazione unica ogni mese sono vantaggi. E poi mi trovavo bene con il promoter di prima, Salvatore Alfinito che so che è andato in pensione, e mi trovo bene con Antonio Torchia che conoscevo già, è stato un ritorno gradito.